Corte penale internazionale: conferenza stampa del ministro sudafricano della giustizia Michael Masutha

Minister Michael Masutha

21 October 2016

21 Ottobre 2016. In una conferenza stampa il ministro sudafricano della Giustizia, Michael Masutha, ha illustrato le motivazioni che il 19 ottobre scorso hanno indotto il suo governo a ritirare l’adesione allo Statuto di Roma, che a suo temo aveva istituito la Corte Penale Internazionale, in attesa dell’appello riguardante il presidente sudanese Al Bashir.

Come membro fondatore dell'Unione africana, ha premesso il Ministro, il Sudafrica svolge un ruolo importante nella risoluzione pacifica dei conflitti nel continente africano, incoraggiando le stesse iniziative nel resto del mondo.

“Nella gestione delle sue relazioni internazionali con i paesi esteri, in particolare con i paesi in cui sono o erano presenti gravi conflitti, il Sudafrica è ostacolato dall’applicazione del secondo comma del Rome Statute of the International Criminal Court Act (legge n 27 del 2002)”, ha dichiarato. “Questa legge e lo Statuto di Roma della Corte Penale Internazionale impongono al Sudafrica di arrestare persone che possono godere dell'immunità diplomatica in base al diritto internazionale consuetudinario, ma che sono ricercate dalla Corte per genocidio, crimini contro l'umanità e crimini di guerra e di consegnare tali persone alla Corte stessa. Il Sudafrica non può esimersi, anche in situazioni in cui fossimo attivamente impegnati nella promozione di pace, stabilità e dialogo nei paesi interessati”. 

Volendo procedere all’attuazione della norma di diritto internazionale consuetudinario che riconosce l'immunità diplomatica dei capi di Stato e altri dignitari di rango assimilabile,  al fine di promuovere efficacemente il dialogo e la risoluzione pacifica dei conflitti in particolare nel continente africano, il Sudafrica ha promulgato un’apposita legge. Si tratta del Diplomatic Immunities and Privileges Act (legge n. 37 del 2001), ha precisato il Ministro, che garantisce le immunità e i privilegi dei membri delle missioni diplomatiche e consolari, dei capi di stato, degli inviati speciali e certi rappresentanti delle Nazioni Unite e delle sue agenzie specializzate, di altre organizzazioni internazionali e di certi altri rappresentanti.

L’applicazione dello Statuto di Roma che istituiva la Corte penale internazionale è quindi in conflitto con le disposizioni del citato Diplomatic Immunities and Privileges Act e al fine di consentire al Sudafrica di svolgere senza impedimenti le sue attività diplomatiche, ha proseguito il Ministro, “un disegno di legge finalizzato all'abrogazione del Rome Statute of the International Criminal Court Act del 2002 sarà presto presentato in Parlamento”.   

La decisione di ritirarsi dallo Statuto di Roma sull’istituzione della Corte penale internazionale è stata comunicata per iscritto al segretario generale delle Nazioni Unite a norma dell'articolo 127 (1) del detto Statuto e diventerà effettiva entro un anno a partire dalla ricezione, da parte del Segretario Generale, della notifica ufficiale.

 Il Sudafrica resta comunque impegnato a perseguire i responsabili di crimini contro l’umanità e di altre gravi violazioni, ha detto il Ministro, continuando nel contempo a promuovere attivamente il dialogo e la risoluzione pacifica dei conflitti nel continente africano e nel resto del mondo.

 

“Il nostro irrinunciabile impegno per la promozione e protezione dei diritti umani in tutta l'Africa e in altre parti del mondo è ulteriormente dimostrato dalla nostra costante adesione a vari strumenti internazionali e continentali per i diritti umani”, ha concluso. “Per questo motivo, il Sudafrica lavorerà a stretto contatto con l'Unione africana e con gli altri paesi africani per rafforzare organismi continentali quali la Corte africana dei diritti dell'uomo e dei popoli, istituita per occuparsi di tali crimini e perseguire i responsabili”, continuando al tempo stesso a rispettare i suoi impegni nel quadro degli strumenti internazionali per i diritti umani.  

Issued by the Department of Justice and Constitutional Development